Bullismo: un problema sociale che richiede una risposta collettiva


di Avv. Emanuele Fierimonte – Presidente del Centro Studi per la Giustizia e le Istituzioni, e Avv. Serena Ramaccia – Componente del Comitato Scientifico

Il bullismo rappresenta una delle forme più diffuse e gravi di disagio sociale tra i giovani. È un fenomeno che non si limita a un semplice “scontro tra ragazzi”, ma un vero e proprio abuso di potere che lascia ferite profonde nella vittima, nella famiglia e nel contesto scolastico e sociale in cui si manifesta.

  1. Comprendere il bullismo

Con il termine bullismo si intende un insieme di comportamenti aggressivi, fisici o psicologici, ripetuti nel tempo, messi in atto da una persona o da un gruppo nei confronti di un soggetto percepito come più debole o diverso.

Le forme più comuni includono:

  • Bullismo fisico: percosse, spinte, danneggiamento di oggetti personali.
  • Bullismo verbale: insulti, offese, minacce.
  • Bullismo relazionale: esclusione dal gruppo, isolamento sociale.
  • Cyberbullismo: utilizzo dei social network o dei mezzi digitali per diffondere insulti, immagini o contenuti offensivi.

Queste dinamiche si radicano spesso in un terreno fatto di insicurezza, emulazione, mancanza di empatia e diseducazione al rispetto.

  1. Le conseguenze psicologiche e sociali

Le vittime di bullismo sviluppano frequentemente disturbi d’ansia, depressione, calo del rendimento scolastico, perdita di autostima e, nei casi più estremi, idee autolesionistiche.
Ma anche l’aggressore è spesso portatore di un disagio profondo: dietro la violenza si celano fragilità familiari, solitudine e carenza di modelli positivi.

Il bullismo, dunque, non è solo un reato (come riconosciuto da recenti interventi legislativi in tema di cyberbullismo), ma un fallimento educativo e comunitario.

  1. La risposta delle istituzioni e della scuola

Negli ultimi anni, la normativa italiana ha compiuto passi significativi, introducendo strumenti di prevenzione e tutela, come:

  • La Legge n. 71/2017 sul cyberbullismo, che tutela i minori vittime di abusi online.
  • L’obbligo per le scuole di adottare protocolli interni di prevenzione e formazione del personale docente.
  • L’istituzione di figure di riferimento come il Referente scolastico per il bullismo e il cyberbullismo.

Tuttavia, la sola risposta istituzionale non basta. È necessario un impegno continuo e sinergico tra scuole, famiglie, operatori sociali, forze dell’ordine e associazioni.

  1. Il ruolo del Centro Studi per la Giustizia e le Istituzioni

Il nostro Centro Studi intende essere un punto di riferimento concreto nella lotta al bullismo, attraverso:

  • Sportelli di ascolto e orientamento legale per genitori e studenti.
  • Incontri formativi nelle scuole, dedicati all’educazione al rispetto, alla gestione dei conflitti e all’uso consapevole del web.
  • Collaborazioni con psicologi e pedagogisti per creare reti di supporto integrate.
  • Campagne di sensibilizzazione sui social media e nei territori, per promuovere la cultura dell’empatia e della responsabilità.

L’obiettivo è duplice: proteggere le vittime e riabilitare i responsabili, restituendo a entrambi una prospettiva di crescita.

  1. Le soluzioni concrete: educazione, ascolto, comunità

Contrastare il bullismo non significa solo punire, ma prevenire e ricostruire.
Ecco alcune azioni concrete che ogni comunità può adottare:

  • Educazione emotiva e civica fin dai primi anni di scuola.
  • Creazione di spazi di ascolto nelle scuole e nei centri giovanili.
  • Formazione degli insegnanti e dei genitori nel riconoscere i segnali precoci.
  • Responsabilizzazione digitale: educare all’uso consapevole dei social.
  • Collaborazione con le istituzioni per progetti di mediazione e supporto psicologico.

Solo un approccio integrato, che unisca educazione, diritto e solidarietà, può generare un cambiamento reale e duraturo.

  1. Conclusione

Il bullismo non è un destino, ma una sfida che la società può vincere solo con consapevolezza e coraggio.
Il Centro Studi per la Giustizia e le Istituzioni continuerà a impegnarsi per diffondere una cultura del rispetto, della dignità e della giustizia, affinché nessun giovane si senta mai più solo o senza voce. Solo così potremo trasformare la strategia in un reale strumento di trasparenza, efficienza e fiducia nella Pubblica Amministrazione italiana.