di Avv. Emanuele Fierimonte – Presidente del Centro Studi per la Giustizia e le Istituzioni
La recente approvazione delle linee guida per la Strategia anticorruzione 20262028 rappresenta un momento cruciale per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione italiana. L’attenzione rivolta dall’ANAC alla prevenzione dei rischi corruttivi e alla trasparenza è indubbiamente un passo positivo, ma il percorso verso una PA realmente efficiente e affidabile è ancora lungo e complesso.
Criticità principali
1. Complessità normativa e burocratica
Sebbene la strategia preveda strumenti chiari, la proliferazione di obblighi, modulistica e controlli rischia di appesantire gli uffici pubblici, anziché facilitare la compliance. In molti enti, la mancanza di personale dedicato e di strumenti digitali adeguati rende difficile l’implementazione effettiva delle misure.
2. Formazione insufficiente
La prevenzione della corruzione non si limita a procedure scritte. Serve un cambio culturale nella PA. Tuttavia, la formazione del personale rimane spesso sporadica e di carattere meramente informativo, senza approfondire casi pratici e scenari di rischio concreti.
3. Scarso coinvolgimento degli stakeholder esterni
La strategia si concentra principalmente sugli enti pubblici interni, mentre la partecipazione dei cittadini, delle imprese e delle associazioni civiche potrebbe rafforzare il monitoraggio e aumentare la trasparenza. Il mancato coinvolgimento rischia di ridurre l’efficacia preventiva delle misure.
4. Controllo e sanzioni ancora poco incisivi
La previsione di sanzioni amministrative o disciplinari è necessaria, ma spesso la loro applicazione è lenta o incerta. Senza un meccanismo di verifica efficace, anche le migliori linee guida rischiano di restare solo un esercizio formale.
Proposte per il rafforzamento della strategia
1. Digitalizzazione integrata e interoperabilità dei dati
Investire in piattaforme digitali che consentano agli enti di monitorare in tempo reale i rischi corruttivi, condividere informazioni e generare report automatici. La tecnologia può ridurre la burocrazia e aumentare l’efficacia dei controlli.
2. Formazione continua e partecipativa
Implementare programmi di formazione obbligatoria, con simulazioni e casi pratici, rivolti non solo ai dirigenti ma a tutto il personale. La formazione dovrebbe sviluppare capacità di identificare i rischi e di gestire situazioni complesse, incentivando la responsabilità individuale.
3. Coinvolgimento attivo di cittadini e imprese
Creare tavoli permanenti di consultazione pubblica e strumenti digitali per la segnalazione di rischi e anomalie. La partecipazione della società civile può diventare un potente deterrente contro la corruzione, rafforzando la fiducia negli enti pubblici.
4. Sistema di monitoraggio e sanzioni più rapido ed efficace
Prevedere indicatori di performance chiari, audit periodici e applicazione immediata di misure correttive. Il coordinamento tra ANAC, Corte dei Conti e organi disciplinari deve essere rafforzato per garantire tempestività e coerenza nelle sanzioni.
Conclusione
La strategia anticorruzione 20262028 rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese. Tuttavia, senza un approccio integrato che unisca strumenti tecnologici, formazione, partecipazione civica e controllo efficace, il rischio è che le misure rimangano sulla carta.
Come Presidente del Centro Studi per la Giustizia e le Istituzioni, auspico un impegno comune di tutte le parti coinvolte: istituzioni, enti pubblici, società civile e mondo accademico. Solo così potremo trasformare la strategia in un reale strumento di trasparenza, efficienza e fiducia nella Pubblica Amministrazione italiana.