(9Colonne) Roma, 3 dic – “La condanna all’ergastolo di Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin rappresenta un passaggio importante nella ricerca di giustizia per una tragedia che ha scosso il Paese. Tuttavia, questa sentenza impone una riflessione che va oltre il caso specifico.
È importante ricordare che la Corte d’Assise ha emesso una sentenza non definitiva, soggetta ai successivi gradi di giudizio. Non entriamo nel merito dei fatti né della responsabilità penale, ma una condanna all’ergastolo per un ragazzo così giovane, per quanto giustificata dalla gravità dei reati, solleva interrogativi sulla funzione rieducativa della pena. Una pena di “fine pena mai” elimina ogni possibilità di reinserimento sociale, contraddicendo il principio costituzionale della rieducazione.
Reati così gravi meritano pene severe, ma queste devono mantenere uno spazio per il riscatto e la ricostruzione di un percorso umano. Come Centro Studi per la Giustizia e le Istituzioni crediamo che il sistema penale debba bilanciare protezione sociale e possibilità di cambiamento per il condannato.
Allo stesso tempo, tragedie come quella di Giulia ci ricordano l’urgenza di prevenire: educare al rispetto e all’uguaglianza, sostenere le vittime e smantellare la cultura della violenza”. Così in una nota Emanuele FIERIMONTE, avvocato penalista e Presidente del Centro Studi per la Giustizia e le Istituzioni.